Quando conosco una donna, che è anche madre, disoccupata, mi chiedo sempre se 1) è una scelta e ha altre possibilità/aiuti e 2) se è stata licenziata ed è disoccupata contro la sua volontà. In entrambi i casi non la giudico ma penso alla sua sanità mentale e alla sua indipendenza. Il paradosso sta pure quando fai la domanda al nido, se un genitore (spesso la donna) è disoccupato scendi in graduatoria perché la logica è "pure se non entra starà lei con bambino" e questa cosa ti mette in un loop infinito in cui poi è impossibile cercare attivamente lavoro.
Quello del nido è un gran bel tema. Io sono l'esempio concreto di quello che dici, licenziata e penalizzata in graduatoria perché disoccupata, quindi costretta a stare a casa a meno che non mi rivolga a una struttura privata. Un gran bel paradosso. Ne scriverò presto anche di questo.
Quando conosco una donna, che è anche madre, disoccupata, mi chiedo sempre se 1) è una scelta e ha altre possibilità/aiuti e 2) se è stata licenziata ed è disoccupata contro la sua volontà. In entrambi i casi non la giudico ma penso alla sua sanità mentale e alla sua indipendenza. Il paradosso sta pure quando fai la domanda al nido, se un genitore (spesso la donna) è disoccupato scendi in graduatoria perché la logica è "pure se non entra starà lei con bambino" e questa cosa ti mette in un loop infinito in cui poi è impossibile cercare attivamente lavoro.
Quello del nido è un gran bel tema. Io sono l'esempio concreto di quello che dici, licenziata e penalizzata in graduatoria perché disoccupata, quindi costretta a stare a casa a meno che non mi rivolga a una struttura privata. Un gran bel paradosso. Ne scriverò presto anche di questo.