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Avatar di Cristina Portolano

Quando conosco una donna, che è anche madre, disoccupata, mi chiedo sempre se 1) è una scelta e ha altre possibilità/aiuti e 2) se è stata licenziata ed è disoccupata contro la sua volontà. In entrambi i casi non la giudico ma penso alla sua sanità mentale e alla sua indipendenza. Il paradosso sta pure quando fai la domanda al nido, se un genitore (spesso la donna) è disoccupato scendi in graduatoria perché la logica è "pure se non entra starà lei con bambino" e questa cosa ti mette in un loop infinito in cui poi è impossibile cercare attivamente lavoro.

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